Ricerca
Il CHM_Lab svolge attività di ricerca, in proprio e per conto di terzi, sui temi della documentazione, valorizzazione e gestione dei beni culturali. Le competenze multidisciplinari del personale che vi afferisce consentono di affrontare tematiche complesse, analizzare le interazioni tra ambiti di studio diversi e individuare soluzioni condivise per una gestione consapevole del patrimonio materiale e immateriale.
Alle attività di analisi e documentazione realizzate con le più avanzate tecnologie sono connesse le attività progettuali, anche attraverso processi partecipativi, volte all’individuazione di modalità di intervento in grado di promuovere il patrimonio stesso, traendone benefici per la comunità.
Il CHM_Lab opera in particolare:
- nello sviluppo di programmi di ricerca sui temi della documentazione dei beni culturali;
- nell'individuazione delle soluzioni progettuali più idonee per la salvaguardia e la tutela del patrimonio;
- nell'attività di comunicazione e promozione dei beni culturali;
- nella redazione dei piani di fattibilità economico-finanziaria dei progetti e di gestione dei beni.
Tra le principali ricerche condotte:
Il castello di Monsummano Alto
Documentazione morfometrica e cromatica finalizzata alla valorizzazione del patrimonio architettonico
Il protocollo di ricerca stipulato con il comune di Monsummano Terme (PT) prevede una collaborazione scientifica nell’ambito del rilievo, del progetto, del restauro e della pianificazione dell’architettura, della città e del paesaggio, nonché della valorizzazione dei beni presenti sul territorio comunale.
L’indagine condotta sul castello di Monsummano Alto ha riguardato in particolar modo l’assetto urbano di piazza Monsummano Castello, con le sue principali emergenze architettoniche (la chiesa di San Nicolao e l’adiacente canonica), le due porte (porta Nostra Donna e porta del Mercato), la torre pentagonale, i resti del circuito difensivo che cingeva interamente l’edificato e alcuni lacerti di murature, in parte occultati dalla vegetazione, testimonianze di un originario tessuto costruito molto più denso e diffuso.
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Il castello di Montevettolini
Documentazione morfometrica e cromatica finalizzata alla valorizzazione del patrimonio architettonico
Il protocollo di ricerca stipulato con il comune di Monsummano Terme (PT) prevede una collaborazione scientifica nell’ambito del rilievo, del progetto, del restauro e della pianificazione dell’architettura, della città e del paesaggio, nonché della valorizzazione dei beni presenti sul territorio comunale.
L’indagine condotta nel castello di Montevettolini ha riguardato l’assetto urbano di piazza Bargellini, la chiesa dei Santi Michele Arcangelo e Lorenzo Martire, il palazzo comunale e l’antico circuito difensivo che cingeva interamente l’abitato sul versante occidentale. Di quest’ultimo, oltre alla documentazione dei tratti murari riconoscibili, è stato condotto un approfondimento sulla torre dello Sprone e sulla porta Barbacci.
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Akademia e Shkencave Tiranë
Rilevamento digitale e restituzione informatizzata dell’Accademia delle Scienze di Tirana
L’edificio che oggi ospita l’Akademia e Shkencave Tiranë venne realizzato all’inizio del XX secolo come sede di rappresentanza della famiglia Toptani. Se forma e volumetria non sono mutati nel corso dei secoli, altrettanto non può dirsi per l’assetto distributivo e, conseguentemente, per la disposizione delle aperture sui fronti, che hanno subito nei decenni numerose modifiche per adeguarsi ai frequenti cambiamenti d’uso. Il rilievo condotto, oltre a documentare lo stato di fatto dell’edificio, ha al contempo evidenziato sulle strutture discontinuità architettoniche e decorative, tamponamenti e murature di più recente fattura; tali singolarità, messe a sistema con la documentazione storica, hanno consentito la formulazione di una prima ipotesi rispetto all’assetto originario del manufatto. Gli esiti della ricerca sono stati illustrati durante una conferenza tenutasi nella sede dell’Akademia al termine della quale è stata inaugurata una mostra degli elaborati prodotti.
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Teatro Migjeni di Scutari
Rilevamento digitale e restituzione informatizzata finalizzata al restauro e alla valorizzazione
L’acquisizione del dato morfometrico e il dato cromatico, nel loro insieme, ha consentito di delineare la consistenza geometrico-dimensionale del Teatro Migjeni all’interno del suo lotto di pertinenza e di realizzare la descrizione cromatica di fronti e copertura del manufatto.
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Napoleone 2021. Firenze la città sognata
Nel contesto delle azioni coordinate per il duecentesimo anniversario della morte di Napoleone Bonaparte, il progetto “Napoleone 2021” è finalizzato alla ricostruzione virtuale della “Firenze sognata” dall’Imperatore. L’obiettivo è quello di rappresentare, a partire dai numerosi disegni depositati negli archivi toscani e parigini, l’immagine urbana che la città di Firenze avrebbe dovuto assumere se i “Plans d’Embellissement”, proposti durante il breve periodo di reggenza napoleonica, avessero trovato una loro realizzazione.
La ricerca, oltre a rendere intelligibile il progetto dell’Imperatore per la città del giglio, consente anche un confronto tra i “Plans d’Embellissement” solo in parte realizzati e gli interventi urbani effettivamente ripensati e realizzati nei decenni successivi. Una pianta interattiva della città consente di richiamare contenuti multimediali, modelli navigabili di porzioni urbane oggetto di intervento e l’intero apparato documentario e i disegni, per la prima volta raccolti e resi disponibili in un unico database.
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Rosignano Solvay (Livorno)
Predisposizione del quadro morfometrico del comparto urbano tra Caletta di Castiglioncello e Località Lillatro
L’area di indagine è caratterizzata da una eterogeneità di tessuti urbani realizzatisi nel tempo con principi generativi diversi, in cui risultano incuneate aree ancora da consolidare e porzioni urbane, soprattutto nella prossimità del litorale marino, in attesa di una definizione.
Al fine di predisporre uno strumento guida che faccia convogliare risorse pubbliche e private in un processo di rigenerazione urbana, la documentazione morfometrica e cromatica del comparto urbano costituisce lo strumento di partenza in grado di descrivere dettagliatamente lo stato di fatto delle quinte urbane.
Il rilievo scanner laser, integrato con fotogrammetria da terra e aerea, ha consentito la realizzazione di un modello poligonale texturizzato dell’ambiente oggetto di studio, sul quale sono state impostate le successive riflessioni progettuali. Il modello 3D, “percorribile” e interrogabile in real time, costituisce inoltre un essenziale strumento di verifica mediante il quale impostare simulazioni di fenomeni statistici e un altrettanto importante mezzo comunicativo per la cittadinanza, che può così meglio comprendere i principali indirizzi dello strumento urbanistico.
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Plastico Livorno
Digitalizzazione di un modello fisico per la sua comunicazione
La documentazione morfometrica e cromatica del plastico ligneo della città di Livorno (390x360 cm) conservato nel Museo della Città di Livorno ha richiesto l’impiego di una stazione scanner laser, una fotocamera digitale montata su binari scorrevoli e una fotocamera digitale su drone.
I dati acquisiti sono stati elaborati al fine di ottenere un modello 3D completi di texture al quale associare un database concernente notizie di archivio sugli edifici raffigurati.
Tali modelli, realizzati nell’ambito di una Cooperazione Accademica con il Department of Italian Studies dell’University of Toronto, potranno essere interrogati ed analizzati dall’Unità canadese, nonché navigati e fruiti digitalmente da un più ampio pubblico.
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Il volo di Leonardo
Digital Cultural Heritage Animazione 3D per la comunicazione
L’impiego della modellazione 3D, a partire dal dato reale (modellazione inversa) o dall’idea di progetto (modellazione diretta), ha avuto nell’ambito della ricerca “Progetto e realizzazione di una istallazione a Monte Ceceri per celebrare il volo di Leonardo” una triplice finalità: fornire a priori una solida base morfometrica sulla quale impostare il lavoro, consentire la verifica in itinere delle scelte adottate e, infine, permettere a posteriori la realizzazione di un’animazione 3D allo scopo di promuovere la ricerca stessa.
Al video “Leonardo e il volo. Progetto e costruzione di un’istallazione temporanea a monte Ceceri”, della durata di 5.30 minuti, è stato affidato il compito di documentare a promuovere la ricerca.
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Que no baje el Telon
Progetto di Cooperazione Internazionale Italia-Cuba per il recupero della Facultad de Arte Teatral (La Habana)
Le Scuole d’Arte di Cubanacán a La Habana, oggi Universidad de las Artes (ISA), rappresentano il primo grande progetto post Rivoluzione voluto da Fidel Castro e Ernesto Che Guevara nell’ambito della formazione. Le cinque iniziali Scuole (musica, danza, balletto, arti drammatiche e arti plastiche) sono conosciute per aver avuto inizialmente sede in edifici dallo straordinario valore architettonico e paesaggistico eretti all’interno del grande parco dell’ex Country Club.
Nel corso dei decenni tre di tali manufatti (musica, balletto e arti drammatiche) sono stati progressivamente abbandonati e versano oggi in uno stato di deprecabile degrado.
Nel settembre del 2019, grazie all’interesse del governo italiano, ha preso avvio il progetto di cooperazione internazionale denominato ¡Que no baje el telón!, diretto al recupero architettonico e funzionale della sede originaria della Facultad de Arte Teatral (FAT) progettata dall’architetto Roberto Gottardi al principio degli anni ’60 del XX secolo; auspicabilmente l’inizio di un percorso sostenibile e partecipato per la rivalorizzazione dell’intero complesso dell’ISA (monumento nazionale dal 2010). Nel programma dei lavori la documentazione morfometrica e cromatica della FAT riveste un ruolo chiave, costituendo la necessaria premessa al progetto di restauro, conservazione e gestione del bene.
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I Castelli della bassa Valdisieve (Firenze)
Digitalizzazione del Patrimonio Culturale per la comunicazione Progetto “Ghibertiana”
Nel corso del XI e XII secolo la Valdisieve cadde sotto il dominio della potente famiglia comitale dei Conti Guidi, già signori del territorio aretino e successivamente anche di quello empolese.
La loro presenza era assicurata dai numerosi castelli, borghi murati ed edifici religiosi sotto il loro diretto controllo o di quello dei loro affiliati. La loro egemonia su queste terre continuò fino al XIV secolo, quando Firenze riprese gradualmente possesso dei territori di frontiera; in questo contesto la Valdisieve, che non rivestiva un particolare interesse per il potere centrale, iniziò un lento declino che investì con particolare inclemenza il patrimonio architettonico.
Ad oggi numerose sono le testimonianze di quell’epoca ed è ancora ben leggibile la corona di strutture castellane e pievane erette attorno a Firenze.
La documentazione morfometrica dei castelli della bassa Valdisieve si inserisce nel programma di digitalizzazione del patrimonio, da anni promossa dal MiBACT.
Il materiale prodotto sarà fruibile all’interno del Centro di Interpretazione del Territorio della bassa Valdisieve (Pelago, Firenze), contribuendo a fornire ai visitatori una corretta prospettiva storica dei luoghi di maggior interesse. Il Centro di Interpretazione, conformato sulla base delle specifiche previste per i musei 4.0, sarà pertanto in grado di proporre contenuti di volta in volta diversi richiamandoli dai rispettivi database.
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Le formelle della Porta del Paradiso del Battistero (Firenze)
Narrazione degli episodi raffigurati mediante l’animazione digitale
Progetto “Ghibertiana”
La porta del Paradiso del Battistero di Firenze, realizzata da Lorenzo Ghiberti tra il 1427 e il 1452, è riconosciuta dalla critica artistica come una delle opere che segnano il passaggio dall’arte medievale a quella rinascimentale. I bassorilievi delle dieci formelle bronzee palesano, sia dal punto di vista iconografico che da quello tecnico, una marcata differenza rispetto alla produzione precedente, anche dello stesso maestro. L’elemento che permane nel mutamento è la funzione narrativa dell’arte; in quella cristiana il linguaggio figurativo continua, infatti, a svolgere un’importante funzione catechetica. Per poter comprendere pienamente il significato del testo trasfigurato è necessario, oggi come allora, possedere dei codici di lettura; nel corso dei secoli tali codici sono andati progressivamente persi, rendendo in parte “mute” le scene raffigurate nella porta.
L’analisi e la restituzione, mediante modellazione e animazione 3D, degli avvenimenti che hanno luogo all’interno del “paesaggio delle formelle”, condotta in collaborazione con il Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, consente una rinnovata e più immediata lettura, contribuendo alla divulgazione scientifica dei contenuti e alla valorizzazione del Patrimonio Culturale.
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Un museo virtuale per la bassa Valdisieve (Firenze)
Evocazione di spazi attraverso la modellazione digitale
Progetto “Ghibertiana”
L’esperienza condotta nell’ambito del Seminario Tematico “Abitare il Paesaggio della Storia | Virtual Installation for Cultural Heritage Valorization” rappresenta un esperimento didattico inserito in un ampio progetto di valorizzazione territoriale denominato “Terre del Ghiberti”. Tale programma interdisciplinare e multiscalare intende contribuire allo sviluppo intellettuale e umano della bassa Valdisieve, mediante la realizzazione ex novo del “Centro di Interpretazione del Territorio” e del “Centro di Documentazione su Lorenzo Ghiberti”, nonché attraverso il potenziamento di reti e sistemi esistenti, garantendo la piena valorizzazione del “museo diffuso”.
All’interno di questa ampia cornice il Seminario Tematico si è proposto di riflettere sul significato di “architettura virtuale”, sui principi progettuali che ne sono alla base e sui risultati possibili in funzione dell’uso che se ne intende fare, realizzando un allestimento virtuale inerente al paesaggio storico della Valdisieve, mediante programmi di modellazione 3D e software per la navigazione interattiva. L’esperienza è stata indirizzata a progettare una forma alternativa di fruizione dei contenuti digitali che, a differenza dei più diffusi strumenti di presentazione multimediale, tornasse a fare assumere un ruolo cardine non soltanto alle informazioni trasmesse, ma anche all’architettura (virtuale) e agli spazi che essa descrive.
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Pelago (Firenze)
Documentazione morfometrica del mercatale e del Palazzo Comunale
Progetto “Ghibertiana”
Obiettivo della convenzione stipulata nel 2015 tra l’Amministrazione comunale di Pelago e il CHM_Lab è quello di valorizzare l’intero centro storico del borgo a partire dal suo spazio più rappresentativo: la piazza Lorenzo Ghiberti.
A tal fine sono state documentate ed analizzate la piazza e le aree adiacenti ad essa e, successivamente, è stata redatta una proposta progettuale che comprende un intervento sul sedime della piazza, il riordino della viabilità esistente e una serie di azioni di marketing territoriale in grado di rendere nuovamente vitale questo comparto urbano. L’acquisizione e la successiva elaborazione dei dati è stata possibile grazie anche allo svolgimento di un Seminario Tematico (nella veste di workshop) a cui hanno partecipato studenti e dottorandi della Scuola di Architettura.
Nel 2017, inoltre, il Comune ha affidato al CHM_Lab lo studio museologico e museografico degli erigendi Centro di Interpretazione “Lorenzo Ghiberti” e del Centro di Documentazione su Lorenzo Ghiberti.
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Pienza Under Construction
Progetto Europeo “3D Past. Living & virtual visiting European World Heritage”
Con il videogioco “Pienza Under Construction” (versione promo), si intende far conoscere al giocatore, che si muove in uno spazio virtuale 3D, le diverse fasi che hanno segnato lo sviluppo urbano della città di Pienza (dal primitivo pagus romano fino alla città rinascimentale, passando per quella medievale). L’utente deve infatti cimentarsi nella costruzione degli edifici della città utilizzando tipologie edilizie, materiali, tecniche e maestranze proprie di ciascuna delle tre epoche. Un tutor lo accompagna nel suo percorso, suggerendo quando necessario come procedere. Delle schede di approfondimento si aprono ogni qualvolta il giocatore si imbatte in tematiche di particolare interesse architettonico e/o urbano.
I modelli dell’edificato sono frutto di una estesa ricerca, realizzata sia sulle fonti edite sia mediante campagne di rilevamento, rivolta ad analizzare nel dettaglio i tipi edilizi, i materiali e le forme del costruito.
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Gjirokastra (Albania)
Progetto Europeo “3D Past. Living & virtual visiting European World Heritage”
Il centro storico di Argirocastro è stato aggiunto all’UNESCO World Heritage List nel 2005 grazie alla presenza di alcuni notevoli esempi di case in stile ottomano e all’integrità del paesaggio urbano vernacolare.
Fondata sulle pendici della valle del Drino, in una posizione strategica che soddisfaceva le necessità difensive, è caratterizzata da una struttura urbana impostata su due creste che si stagliano dal massiccio, nel punto di congiunzione delle quali si trova il quartiere Bazaar.
La documentazione eseguita mediante l’utilizzo di strumenti range-based e image-based, ha permesso di ottenere rappresentazioni 2D e modelli 3D texturizzati di alcuni casi studio identificati in quanto particolarmente significativi delle principali tipologie edilizie presenti nel tessuto urbano.
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Chorá di Pátmos (Grecia)
Progetto Europeo “3D Past. Living & virtual visiting European World Heritage”
La Chorá di Pátmos è una delle più antiche e meglio conservate Chorá dell’Egeo. Situata su uno dei punti più alti dell’isola di Pátmos (circa 200 m s.l.m.) è caratterizzata da volumi compatti disposti su terrazzamenti che si adattano alla morfologia del terreno. L’analisi delle componenti tangibili del patrimonio architettonico ha riguardato la struttura urbana, l’evoluzione delle principali tipologie architettoniche e le caratteristiche dei più utilizzati sistemi costruttivi.
Sulla base dell’osservazione di casi studio, sono state individuate due principali tipologie di edifici.
La prima, diffusa tra XIII e XIX secolo e caratterizzante gran parte del tessuto, prevede un modulo base (cella semplice) da cui si sono sviluppate una moltitudine di varianti per combinazione orizzontale o verticale di una o più celle.
La secondo è più recente e riprende elementi neoclassici.
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Teatro dell’Accademia delle Arti (Tirana)
Documentazione morfometrica per il recupero e la valorizzazione
La documentazione morfometrica e cromatica del Teatro dell’Accademia delle Belle Arti di Tirana (ex casa dell’Opera Dopolavoro Albanese), progettato da Gherardo Bosio tra il 1939 e il 1940 e realizzato negli anni immediatamente successivi, è stata realizzata in vista del progetto di restauro conservativo dell’edificio.
Il rilievo, che ha contribuito a mettere in evidenza il generale rispetto delle misure di progetto in fase di esecuzione dell’opera, ha anche consentito di evincere alcune sostanziali difformità tra la conformazione attuale dell’edificio e gli elaborati di progetto aggiornati al 1942, discrepanze che ad oggi non è possibile attribuire con certezza alla fase di costruzione del teatro oppure a interventi successivi. Lo stato di degrado in cui versa il teatro è attribuibile alla vetustà della costruzione (nei suoi componenti e materiali), che nel tempo sembra essere stata oggetto di limitati e inefficaci interventi di manutenzione, e alla presenza di alcune problematiche riscontrabili sia nel tessuto connettivo, sia nella morfologia di alcuni elementi strutturali.
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Altavilla Irpina (Avellino)
Documentazione morfometrica dei comparti urbani per il loro recupero
Il Comune di Altavilla ha affidato al CHM_Lab del DIDA la documentazione morfometrica e cromatica di tre comparti edilizi appartenenti al tessuto storico extra moenia del paese, in tangenza con l’ultimo circuito murario.
La campagna di rilevamento (29 maggio - 3 giugno 2018) – che ha dovuto confrontarsi con problematiche legate alla morfologia del terreno, alle condizioni di deperimento di materiali e fabbricati, nonché alla presenza di abbondante vegetazione – è stata realizzata mediante stazione totale, unità scanner laser e fotogrammetria digitale. La nuvola rada di punti generata dalla stazione totale è servita per coadiuvare le operazioni di allineamento delle singole pointclouds generate dallo scanner laser, mentre le texture del colore apparente, desunte mediante fortogrammetria, hanno consentito di realizzare i fotopiani dei fronti edilizi. Una parallela campagna di rilevamento fotografico ha permesso di acquisire un numero consistente di immagini relative anche ad alcuni interni dei fabbricati, mentre una schedatura realizzata ad hoc a partire dalle “Schede di Valutazione di Danno e Agibilità Post Sisma” della Protezione Civile ha permesso di riconoscere alcuni dei caratteri dell’edilizia storica e di descrivere il loro stato di deterioramento. Il dato geometrico-dimensionale fornito dal rilievo morfometrico e il dato cromatico desunto dal rilievo fotogrammetrico, nel loro insieme sono serviti a delineare la consistenza degli immobili, la tipologia di afferenza ed il loro stato di conservazione.
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La battaglia di Anghiari
Ricostruzione digitale dell’antica facies del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio e animazione 3D dell’opera di Leonardo
Il video “La Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Storia di un capolavoro incompiuto” è l’esito di una ricerca condotta da un’equipe multidisciplinare composta da storici dell’arte e dell’architettura, architetti ed esperti in computer grafica. L’obiettivo era quello di illustrare attraverso delle animazioni 3D la vicenda della celebre opera che Leonardo cominciò a dipingere nella Sala del Consiglio Maggiore (oggi Salone dei Cinquecento) in stretta relazione con i mutamenti della fabrica.
I modelli digitali 3D che raffigurano il Salone nelle diverse fasi storiche sono stati messi a punto in funzione sia del documento materiale (la fabrica stessa, in riferimento, soprattutto, ai dati morfometrici), sia delle fonti testuali e iconografiche. I modelli digitali, che hanno rivestito un ruolo di primo piano nella ricerca, sono stati impiegati con una duplice finalità: come strumento di lavoro utile a congegnare di volta in volta la forma assunta dalla Sala nell’arco dei secoli, sperimentando soluzioni diverse in risposta alle differenti ipotesi avanzate dal gruppo di esperti, e come mezzo per la divulgazione degli esiti dello studio che, attraverso l’animazione 3D, hanno verosimilmente avuto maggiore possibilità di aiutare un pubblico anche di non addetti ai lavori a comprendere la complessa vicenda dell’opera di Leonardo in Palazzo Vecchio.
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Yatova (Spagna)
Documentazione di Plaza de la Consitución per l’analisi del disegno di impianto
Obiettivo della convenzione stipulata nel 2017 tra l’Amministrazione comunale di Yátova ed il CHM_Lab è quello di acquisire una profonda conoscenza del centro storico del borgo valenciano ed in particolar modo del suo spazio principale: la Plaza de la Consitución.
A tal fine sono state accuratamente documentate ed analizzate la piazza e le aree adiacenti ad essa e, successivamente, è stata redatta una proposta progettuale; è stata anche portata avanti una cospicua ricerca storica grazie anche alla partecipazione della popolazione e delle amministrazioni locali.
L’acquisizione e la successiva elaborazione dei dati è stata contestuale allo svolgimento di un seminario tematico (nella veste di workshop) a cui hanno partecipato studenti e dottorandi della Scuola di Architettura. Nella seconda metà del 2017, inoltre, sono state organizzate, in collaborazione con l’Universidad Politécnica de Valencia, due mostre relative al lavoro svolto sui temi del rilievo e del progetto.
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Pistoia Millefiori
Documentazione morfometrica delle aree verdi dell’ex Convento dei Cappuccini, del Vecovado e del Seminario Vescovile
La campagna di rilevamento integrato, condotta mediante l’utilizzo di scanner laser, stazione topografica e fotocamere digitali, ha consentito la documentazione morfometrica e cromatica sia delle superfici orizzontali e dei relativi dislivelli presenti, sia dell’elevato delle porzioni di fabbricati insistenti sui tre giardini.
L’elaborazione dei dati di rilievo ha permesso la realizzazione di modelli 3D semplificati in grado di descrivere gli spazi verdi documentati mediante acquisizione da sensori attivi e passivi.
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Cattedrale di Morella (Spagna)
Documentazione morfometrica dei portali “de las Virgenes” e “de los Apostoles”
Il rilievo dei due portali gotici “de los Apostoles” e “de las Virgenes” della cattedrale di Morella è finalizzato alla redazione di un progetto di conservazione della fabrica.
La particolare complessità architettonica e l’imponente apparato decorativo dei manufatti ha richiesto l’integrazione di più tecniche di rilevamento basate sia su sensori attivi che passivi.
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Magliano in Toscana (Grosseto)
Documentazione morfometrica del tratto orientale del circuito difensivo
La documentazione morfometrica e cromatica del tratto Nord-Est della cinta muraria di Magliano in Toscana, della zona sottostante questa porzione di mura e della parte di paese compresa tra piazza del Popolo e piazza della Repubblica, si è resa necessaria per analizzare lo stato di conservazione della cortina muraria prospiciente un parcheggio di nuova realizzazione, al fine di predisporre un progetto di riqualificazione del versante orientale del paese.
Il rilievo geometrico-dimensionale e materico – finalizzato all’ottenimento di elaborati grafici in grado di documentare la geometria del manufatto e di fotopiani – è stato condotto attraverso tecniche e strumenti digitali. I dati geometrici acquisiti durante la campagna di rilievo hanno consentito di costruire un modello 3D della porzione di paese in oggetto. Tale modello è stato realizzato con il fine di disporre di una versione semplificata e di più facile interpretazione del manufatto rispetto al modello a nuvola di punti e di consentire simulazioni progettuali all’interno del contesto urbano documentato.
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Chiesa di S. Giovanni Battista in Campi Bisenzio (Firenze)
Documentazione morfometrica e cromatica per l’elaborazione di un Piano di Conservazione Programmata
Nel settembre del 2016 la società Autostrade per l’Italia s.p.a. ha conferito al DIDA l’incarico di predisporre il Piano di Conservazione Programmata della chiesa di San Giovanni Battista. Il lavoro svolto è consistito nell’analisi degli elementi tecnici della fabbrica, scomposti nei loro componenti, a seguito di una accurata campagna di documentazione storica, morfometrica e diagnostica della chiesa, e nella redazione di un Manuale d’Uso, di un Manuale Tecnico e di un Programma di Conservazione e Manutenzione.
La definizione degli aspetti geometrico-dimensionali e cromatici della chiesa ha consentito inoltre una maggior comprensione delle forme dell’edificio e un confronto esatto con i disegni di progetto, contribuendo a una rilettura storica delle fasi di formazione e trasformazione della fabrica. Allo stesso tempo la documentazione morfometrica delle lastre di parte della copertura (porzione sud-est dell’ingresso) divelte dal forte vento in data 5 marzo 2015 e accantonate nel locale ex-mensa, ha permesso l’anastilosi virtuale della copertura realizzata su progetto di Michelucci e danneggiata dall’evento calamitoso.
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Siena
Documentazione morfometrica delle mura urbane (tratto Porta Romana - Porta Pispini)
La documentazione morfometrica e cromatica, condotta nell’Aprile del 2016, del tratto delle mura di Siena compreso tra porta Romana e porta Pispini – finalizzato all’ottenimento di elaborati grafici in grado di documentare la geometria del manufatto e di fotopiani sui quali evidenziare i fenomeni di degrado e lo stato di fessurazione – è stato realizzato attraverso tecniche e strumenti digitali range-based e image-based. Il rilievo scanner laser, integrato con fotogrammetria da terra e aerea, ha consentito l’acquisizione di dati relativi a entrambi i lati della cortina difensiva e della parte sommitale delle mura medesime, oltre che delle aree limitrofe per una distanza di 7 m dal paramento.
La campagna di rilievo rientra nel più generale progetto del parco delle mura senesi, finanziato dal MIBACT.
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I Mercati delle Vettovaglie (Firenze)
Ricostruzioni virtuali in occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario di “Firenze capitale d’Italia”
Dalla documentazione redatta per la costruzione dei nuovi mercati delle Vettovaglie di Firenze è stato possibile, utilizzando gli strumenti dell’info-grafica, ricreare un’immagine inedita dei tessuti edilizi demoliti alla fine del XIX secolo per far posto ai padiglioni di vendita. L’analisi dei documenti conservati nell’Archivio Storico del Comune di Firenze, integrata con i dati desunti dalle campagne di documentazione morfometrica e cromatica degli edifici esistenti negli stessi tessuti, ha consentito di realizzare dei modelli 3D sulla base dei quali è stato realizzato un video per illustrare le vicende che interessarono le aree d’intervento. Le informazioni contenute nei documenti d’archivio sono state inoltre raccolte in un database relazionale in grado di mettere a sistema i dati ricavandone delle carte tematiche utili ad approfondire l’analisi di tali tessuti urbani.
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Gremio de la Seda di Valencia (Spagna)
Documentazione morfometrica e cromatica della Corporazione della Seta
Il Gremio de la Seda, edificio che ospitava la Corporazione della Seta di Valencia, venne eretto nella seconda metà del XV secolo, nel momento di massima espansione dell’industria serica locale.
Il rilievo del prospetto principale e di quello tergale, realizzato nell’ambito di un progetto di ricerca della Escuela Tecnica de Arquitectura della Universidad Politecnica de Valencia, è servito a documentare lo stato di fatto in cui si trovava l’edificio prima dei lavori di restauro.
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Bivignano (Arezzo)
Documentazione morfometrica del borgo murato per il recupero e la valorizzazione
Nel 2014 l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, proprietario del borgo rurale di Bivignano (Arezzo), ha stipulato un convenzione con il DIDA affinché fosse possibile realizzare il rilievo digitale dell’intero abitato e proporre alcune modalità di recupero e rivalorizzazione legate allo svolgimento di uno Spin Off universitario presso l’Incubatore Universitario Fiorentino. La scelta di Bivignano è stata dettata dal bisogno di documentare un complesso architettonico oggi in precarie condizioni, che rischia di scomparire con il passare degli anni.
Il rinnovato interesse per queste realtà ha spinto negli ultimi anni il gruppo di ricerca a studiare nuove strategie per la salvaguardia e valorizzazione di questo inestimabile patrimonio, anche attraverso l’introduzione di attività di tipo imprenditoriale comunque legate alla natura agricola del territorio.
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Palazzo della Missione (Firenze)
Narrazione delle fasi costruttive e di trasformazione mediante l’animazione digitale
Il palazzo della Missione sorge a Firenze, nella zona del Quartiere di Santo Spirito, anticamente corrispondente al popolo di San Jacopo Sopr’Arno, il cui fulcro era rappresentato dall’omonima chiesa, tuttora esistente. L’edificio fu fondato intorno al secolo XI dalla famiglia Frescobaldi, che ne fu l’iniziale proprietaria. Nel corso dei secoli ha subito numerose trasformazioni e passaggi di proprietà: oggi presenta una maestosa facciata barocca del XVII secolo, unica del suo genere a Firenze. La storia del palazzo si intreccia profondamente con quella della città, soprattutto a causa dell’esistenza di un antichissimo accesso all’Arno, la cosidetta “porticciuola d’Arno” ormai andata perduta, e delle vicende relative alla costruzione del ponte a Santa Trinita, voluto dalla famiglia Frescobaldi.
L’acquisizione dei dati del rilievo, partita dagli ambienti ipogei, è stata possibile grazie alla stretta collaborazione del DIDA con la Città Metropolitana di Firenze, attuale proprietaria dell’edificio oggi ospitante il Liceo Internazionale Machiavelli — Capponi. Il connubio tra ricerca storica e modellazione tridimensionale ha consentito di realizzare un filmato (a cura del Centro Servizi Multimediali dell’Ateneo Fiorentino) che illustra in modo inedito le modifiche apportate al Palazzo nel corso dei secoli.
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Rocca di Sala a Pietrasanta (Lucca)
Documentazione morfometrica del Quadriburgium e del palazzo Guinigi per il riuso e la valorizzazione
Il rilievo della Rocca di Sala, promosso dall’Unità di Ricerca DM_SHS è finalizzato alla documentazione del Quadriburgium e del palazzo Guinigi in vista della redazione di una proposta di riutilizzo dei manufatti e delle aree adiacenti.
La rocca, risalente all’XI secolo ed ampliatasi nel corso del Duecento e del Trecento, sovrasta l’abitato di Pietrasanta (seconda metà del XIII secolo) ed è attualmente inaccessibile.
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Giasone con il vello d’oro
Documentazione morfometrica e cromatica della statua bronzea di Bertel Thorvaldsen
La documentazione degli aspetti morfologici e cromatici della statua bronzea del Giasone con il vello d’oro è stata realizzata con le più avanzate tecniche di rilevamento digitale oggi disponibili nell’ambito della ricerca scientifica.
Il fine di questa fase di indagine è quello di mettere a disposizione dei restauratori degli elaborati bidimensionali e tridimensionali del manufatto in grado di restituire fedelmente sia le sue caratteristiche metriche e geometriche, sia i materiali di cui è costituito.
In particolare, dalla documentazione di rilievo è possibile evincere le diverse forme di degrado che interessano la morfologia dell’opera d’arte (rotture, esfoliazioni, etc.) e l’alterazione dell’aspetto superficiale (fenomeni di ossidazione, colature, etc.).
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Museo de América (Madrid)
Modelli digitali per il Virtual Museum
Nel 2015, nell’ambito delle ricerche che Merlo ha condotto all’interno dell’equipe di lavoro dell’UPV coordinata da Gaspar Muñoz Cosme, è stata elaborata per il Museo de América di Madrid una proposta di virtual museum. Il gruppo di lavoro coordinato da Merlo ha rilevato digitalmente alcuni reperti di particolare interesse, realizzandone copie digitali dotate di colore apparente. Questi modelli, navigabili in real-time, sono stati successivamente inseriti in una banca dati all’interno di un sito web ideato all’uopo per poter essere fruiti da remoto.
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La Blanca e la Acrópolis de Chilonché (Guatemala)
Documentazione morfometrica del patrimonio Maya nelle foreste del Petén (Guatemala)
Dal 2012 un gruppo di lavoro del DIDA (Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze) collabora con continuità al “Proyecto La Blanca” – un programma nato nell’ambito della cooperazione internazionale e finalizzato alla salvaguardia del patrimonio culturale dell’antico insediamento Maya di La Blanca e, successivamente, anche di quello di El Chilonché, facenti parte di un’area archeologica del Sud-Est del Departamento de Petén (Guatemala) – documentando con le più recenti tecnologie digitali i manufatti architettonici che emergono durante le campagne di scavo. I modelli 3D che ne derivano risultano uno strumento sempre più irrinunciabile anche nella ricerca archeologica, in grado di coadiuvare una campagna di scavo, di permettere una analisi “a tavolino” dei dati raccolti e di divulgare in modo efficace i risultati degli studi, con inconfutabili ricadute sulla intelligibilità delle analisi svolte.
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Mascaron di Chilonché (Guatemala)
Mappatura dei modelli digitali ottenuti mediante sensori attivi e divulgazione del Patrimonio Culturale
Il mascaron di Chilonché, una scultura di grandi dimensioni che adornava un edificio palaziale appartenente all’omonimo insediamento Maya, venne scoperto all’interno di un tunnel di saccheggio nel 2009. Si tratta di una decorazione architettonica tipica degli edifici Maya che rappresenta un animale mitico, con dimensioni approssimative di 4x3 metri, e caratterizzata da un buon livello di conservazione.
La documentazione morfometrica e cromatica è avvenuta mediante l’impiego combinato di uno scanner laser e di una fotocamera digitale. Il modello 3D texturizzato è stato ottimizzato e, con l’impiego di un software di simulazione in tempo reale, sono stati sviluppati due tipi di applicazioni di visualizzazione: una prima destinata a studiare l’oggetto originale utilizzando dispositivi di realtà virtuale e una seconda destinata a consentire al pubblico di visualizzare la ricostruzione su una simulazione 3D in tempo reale interattiva sul web.
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Edifici religiosi di Santiago de Guatemala (Guatemala)
Sperimentazioni sulla mappatura e ottimizzazione dei modelli reality-based (chiesa della Compañia de Jesus)
L’antica capitale del Guatemala, fondata dai conquistadores spagnoli a metà del XVI secolo con il nome di “Santiago de los Caballeros de Guatemala”, oggi nota come La Antigua Guatemala, ha una struttura urbana pianificata basata su una maglia ortogonale di 36 lotti quadrangolari, costituiti principalmente da edilizia civile residenziale, all’interno dei quali si inserisce un numero ingente di edifici religiosi.
La città, patrimonio UNESCO dal 1979, sorge in una regione vulcanica, ed è pertanto sempre stata soggetta a significativi eventi sismici. I ripetuti e violenti terremoti che si sono susseguiti nel corso dei secoli hanno pesantemente danneggiato la maggior parte di tali edifici, molti dei quali conservano unicamente i fronti della chiesa in seguito al crollo delle strutture interne.
La documentazione morfometrica di cinque architetture campione ha consentito una anastilosi digitale dei manufatti originari mutilati dai ripetuti eventi sismici accorsi in cinque secoli di storia. Su tale ricostruzione è stato possibile impostare una ricerca finalizzata all’individuazione dei modelli e degli archetipi a cui fanno riferimento gli edifici di culto costruiti dagli ordini mendicanti che, tra il XVI ed il XVIII secolo, sono approdati in Centro America in seguito alle spedizioni organizzate dalla Corona spagnola per colonizzare le terre conquistate.
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Valleriana (Pistoia)
Documentazione morfometrica delle dieci castella della Svizzera Pesciatina
La Valleriana è un territorio con una forte individualità originata dalle singolari caratteristiche orografiche delle sue strette valli. A partire dall’XI-XII secolo furono eretti undici castelli, collocati in questo contesto con logiche legate al controllo del territorio circostante. In alcuni casi gli insediamenti, oltre a fungere da semplici avamposti militari, venivano utilizzati come residenza permanente di un signore locale e delle loro milizie. Dal rapporto che la topografia ha con le dinamiche interne al tessuto tra residenze ed edilizia speciale (fortezza/chiesa, municipio/chiesa), edilizia e percorsi, ed infine, tra edifici e strutture difensive/offensive derivano forme urbane facilmente riconoscibili, che caratterizzano ancora i centri della Valleriana. Il “Progetto Velleriana”, avviato nel 2007 e ancora in atto, propone infatti di salvaguardare e valorizzare le unicità del territorio partendo dalla loro conoscenza approfondita. Mediante campagne di studio mirate su ciascun insediamento intende pertanto fornire una visione complessiva e dettagliata del tessuto urbano ed edilizio, integrato dall’individuazione delle invarianti paesistiche, naturalistiche, antropiche e percettivo-visive, dall’indagine archeologica delle persistenze architettoniche e dallo studio storico dei documenti editi e di archivio, al fine di fornire all’amministrazione e agli enti competenti preposti alla salvaguardia strumenti concreti per la valutazione e il monitoraggio dei beni culturali.
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Pietrabuona (Pistoia)
Documentazione per la realizzazione di un Sistema Informativo Urbano
Progetto “Valleriana”
Il castello di Pietrabuona, documentato a partire dal 914, fu costruito per volere del Vescovo di Lucca Pietro II (896-933) a controllo del limite orientale dei possedimenti della Diocesi.
Le fonti archivistiche consultate, le analisi metrologiche eseguite a seguito della campagna di rilevamento integrato e le indagini stratigrafiche realizzate sulle strutture murarie hanno consentito di ipotizzare l’assetto del primitivo castello e le sue successive fasi di trasformazione, avvalorando, inoltre, l’ipotesi di un insediamento murato di nuova fondazione al pari dei coevi castelli di Moriano, Santa Maria a Monte e San Gervasio.
A Pietrabuona, attorno a un originario nucleo pianificato, composto da due stecche parallele di fabbricati con al fondo un edificio gastaldile, si è sviluppata, per successivi accrescimenti, la struttura urbana del castello fino alla completa saturazione degli spazi liberi all’interno della cerchia muraria trecentesca. Dal tipico insediamento altomedievale di testata di crinale, costituito da un percorso matrice insediato ai lati con al fondo il palazzo signorile, si è quindi gradualmente passati a un centro demico di maggiori dimensioni realizzato mediante una fascia di nuovi edifici costruiti nella parte orientale a ridosso della primitiva cerchia.
La ricerca, oltre a una documentazione morfometrica e cromatica dell’intero tessuto insediativo, ha consentito approfondimenti e sperimentazioni sul tema dei Sistemi Informativi Territoriali (dal GIS 2D al GIS 3D) e sulle procedure di reverse modeling per i contesti urbani pluristratificati.
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Gli edifici speciali della Svizzera Pesciatina (Pistoia)
Documentazione per il recupero degli opifici industriali dismessi
Progetto “Valleriana”
Nei secoli in Valleriana, la media ed alta collina alle spalle della città di Pescia, si è formato un fiorente sistema manifatturiero caratterizzato da opifici andanti ad acqua per la produzione della carta. Questo sistema, assieme alle cartiere della vicina Villa Basilica, ha costituito fino agli inizi del Novecento il polo cartario più grande dell’intero territorio italiano.
Alla metà del XX secolo dall’area della “Svizzera Pesciatina” le cartiere si spostarono lungo la direttrice dell’A11, costituendo nella piana lucchese uno dei poli cartari più grandi al mondo. Il trasferimento pressoché totale delle industrie ha lasciato nel territorio un gran numero di manufatti in disuso che, nel corso degli anni, hanno avuto destini diversi: alcune fabbriche sono state riutilizzate con un distinto uso, altre invece sono state abbandonate ad un lento processo di “ruderizzazione”.
La fondamentale analisi conoscitiva, i rilievi, le ricerche sulle modalità, gli spazi, le tecniche produttive e l’analisi delle patologie che colpiscono questi manufatti possono condurre a precise ipotesi restaurative delle componenti materiche, mentre ad una nuova ed anche inedita proposta funzionale è affidato io compito tanto di valorizzare i caratteri storici, quanto di attrarre nuova utenza.
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Sorana (Pistoia)
Documentazione per la realizzazione di un Sistema Informativo Urbano
Progetto “Valleriana”
La documentazione morfometrica dell’ambiente urbano (cortine edilizie e piani stradali), degli edifici pubblici (civili e religiosi) e delle strutture difensive del castello di Sorana è stata realizzata mediante l’impiego di un’unità scanner laser e di una stazione totale che, generando una nuvola rada di punti (rete topografica), ha agevolato la messa a registro delle scansioni mediante il riconoscimento di target bidimensionali.
Lo studio, che a partire dalla copia digitale dell’ambiente urbano ha permesso una lettura del tessuto urbano e dei principali edifici speciali nonché la formulazione di ipotesi di formazione e sviluppo dell’insediamento, ha consentito inoltre approfondimenti e sperimentazioni sul tema dei Sistemi Informativi Territoriali (dal GIS 2D al GIS 3D) e sulle procedure di reverse modeling per i contesti urbani pluristratificati.
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Aramo
Documentazione per la realizzazione di un Sistema Informativo Urbano
Progetto “Valleriana”
Il Castello alto medievale di Aramo, documentato a partire dalla fine del X secolo, controllava l’accesso alla Valleriana, sistema montano formato dalla val di Forfora e dalla val di Torbola e comunemente detto “Svizzera Pesciatina”.
Il rilievo dell’intero insediamento ha previsto la documentazione dell’ambiente urbano (cortine edilizie e piani stradali), degli edifici pubblici (civili e religiosi) e delle strutture difensive. La lettura e le analisi realizzate sul borgo hanno consentito approfondimenti e sperimentazioni sul tema dei Sistemi Informativi Territoriali (dal GIS 2D al GIS 3D) e sulle procedure di reverse modeling per i contesti urbani pluristratificati.
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